SportParade #5: Da piccola Bic a grande Pennetta

Quinta Puntata – Settimane dal 03/03/2014-16/03/2014

Dopo un periodo “sabbatico”, ritorna la nostra SportParade, con gli eventi sportivi che più ci hanno fatto sobbalzare sul divano, o per la spettacolarità, o per le risate che ci siamo fatti. Oppure per la noia mostruosa che ci ha fatto, invece, addormentare. Una piccola parentesi: auguri a Strootman per il suo infortunio (addio Mondiale per un giocatore che sarebbe stato sicuramente tra i protagonisti), auguri a Rivaldo che si ritira dal calcio giocato (giocatore, che non mi ha mai entusiasmato) e complimenti a Shelly-Ann Fraser-Pryce (Giamaica), che si conferma essere l’atleta più veloce del mondo ai campionati di atletica leggera indoor a Sopot.

5. Maledetta Noia

Sale forte il rombo dei motori: inizia la stagione delle Formula 1. Rombo? Macchè, piuttosto fischio o sibilo. Sono cambiate le regole ragazzi, come riporta un famoso sito internet motoristico (se riuscite a leggere tutto senza svenire prima, siete dei veri appassionati o degli ingegneri): “la maggiore innovazione tecnica è l’ingresso di una nuova formula per i motori, con il ritorno del turbocompressore, per la prima volta dal 1988. I nuovi motori sono dei 1,6 litri V6 con un cambio semi automatico a otto rapporti. Le norme impongono l’uso di un motore con bancata a novanta gradi, con asse dell’albero a gomiti fisso e punti di montaggio per il telaio, mentre i motori saranno limitati a 15.000 giri al minuto (finita di leggere questa parte mi sono addormentato). I motori dovranno durare almeno 4000 km contro i 2000 previsti per i motori usati fino al mondiale 2013”. Tante novità tecniche e specifiche ma stesso risultato: Gran Premio d’Australia, ovvero il trionfo della noia. Pochi sorpassi, vetture più lente rispetto agli anni scorsi, poco spettacolo nello spettacolo (perché Melbourne e l’Albert Park sono due gioiellini, vedi foto). Il tutto condito dalla squalifica di Ricciardo a fine gara per irregolarità del flusso di carburante. Insomma davvero tanta noia. Speriamo che lo spettacolo migliori andando avanti aspettando il Gran Premio della Russia, che si terrà sul circuito di…Soci no? Oramai si fa tutto lì. Per la cronaca ha vinto Rosberg seguito da Mugnussen e Button.

4. Uomini veri e cucchiai di legno

Diciamo la verità: il Sei Nazioni dell’Italia è terminato dopo il drop di Weir che costò alla nostra nazionale la sconfitta contro la Scozia nella terza giornata. Le partite successive con Irlanda e Inghilterra non le abbiamo proprio giocate e infatti gli avversari ci hanno messo nel tritacarne. Ultimo posto in classifica, e cucchiaione di legno per l’Italia ed un divario dagli avversari che è parso molto ampio. Io però resto fiducioso per il prossimo anno e sono certo che si possa fare il grande salto: bisogna solo far crescere la cultura del rugby in Italia tra i giovani e i giovanissimi. E stare vicino ai nostri, non criticarli. Se volete criticare c’è il calcio. Parisse è pronto a zittire tutti andate su questo link e anche come si vede nella foto sotto. Vince il torneo l’Irlanda soffrendo contro la Francia nell’ultima giornata e celebra la sua stella Brian O’Driscoll, numero 13 trequarti centro, che dice addio alla nazionale nel migliore dei modi possibili. 141 cap internazionali per lui, record assoluto; atleta amato dai tifosi del rugby che lo hanno sempre incitato con il seguente motto: in BOD we trust, parafrasando il celebre in God We Trust, dove BOD sono le iniziali del suo nome.

3. Fair Play  

Tra simulazioni evidenti, tuffi alla Greg Louganis, richieste di ammonizioni ed espulsioni, la Serie A penso sia il campionato più “scorretto” d’Europa. E anche gli arbitri, spesso, ci mettono del loro. Guardando queste immagini penso davvero che una cosa del genere in Italia non sarebbe mai accaduta. Guardate il video, l’onestà nello sport è possibile, la prova tv ancora no. Le parole sono superflue trattasi di Aaron Hunt (Werder Brema).

2. Una Champions noiosa, senza italiane: un motivo c’è!

Barcellona, Atletico Madrid, PSG e Bayern Monaco sono le prime quattro squadre a qualificarsi per i quarti di finale. In attesa di sapere chi saranno le altre tre squadre a passare il turno, il Real Madrid è già praticamente qualificato, il Milan rimedia una sonora batosta con l’Atletico Madrid al Vicente Calderon e l’Italia non ha più nessuna squadra nel gotha del calcio (a dir la verità c’è un divario spaventoso tra i vari club e lo spettacolo non ne giova più di tanto, se volete soffrire guardate la più livellata Europa League). Il motivo dell’eliminazione del Milan sta nel fatto che Balotelli ha mandato a giocare il fratello gemello scarso poiché lui era impegnato a far sparire un aereo in Malesia, questo secondo le fonti dell’intelligence malese e della Gazzetta (guardatevi il link!!!): why always me?

1.Flavia e Nole dominano il “quinto Slam”

Ok, Serenona non partecipa ad Indian Wells dal 2001, quando vinse contro Kim Clijsters (qui la storia), ma Flavia Pennetta ci ha regalato momenti di tennis sensazionali. Un tennis fatto di spinta, di accelerazioni, di tenacia ma anche molto tecnico e ragionato, tattico e preciso. Non ha vinto perché in finale la Radwanska aveva male al ginocchio, ha vinto semplicemente perché ha dominato le avversarie in tutto il torneo. Domate Townsend, Stosur, Giorgi, Sthepens, Li Na e in finale, come detto Aga Radwanska. Brava, perfetta, ed oltrettutto bona come il pane! Decimo titolo in carriera, il più importante, dopo mesi travagliati in seguito all’operazione al polso. Tanto lavoro e sacrificio per riprendersi, momentaneamente e speriamo possa salire, la 12esima posizione nel ranking WTA.

Nel torneo maschile stranezze e flop a non finire: Nadal eliminato da Dolgopolov (Dolgo è pura tecnica e quando ha voglia è dura per tutti, il problema è: quando ha voglia?), Janowicz che cade con Falla, Murray surclassato da Raonic dopo aver rischiato con Vesely, Wawrinka che perde con Anderson, la caduta al secondo turno di Tsonga e Berdych. Insomma in finale, a mio modestissimo parere, arrivano i più forti del momento: Federer versione 2.0 e Djokovic versione rogermihafattoilculoadubaiesonoincazzatonero. Roger sempre elegante, mai banale, mai sopra le righe se non per l’infinita classe e l’infinito talento che madre natura gli ha donato. Nole invece sembra Tiramolla, corre, corre, corre, sembra di gomma, prende quasi tutto e scivola sul cemento come se fosse sulla terra rossa: fisicamente è una bestia. In maniera diversa esprimono entrambi un tennis di livello paradisiaco e in finale Nole ha la meglio solo al tie-break del terzo set. Forse Roger ha pagato maggiormente la tenuta fisica ma, umanamente, sono entrambi vincitori.

 

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Francesco Salvi
Da 35 anni appassionato di gesta sportive a 360°, fin da bambino ho praticato diversi sport, ma con scarsi risultati: calcio a livello agonistico, tennis, sci e l’odiatissimo nuoto. Il mio sangue è al 50% genovese, al 10% marchigiano e al 40% sampdoriano. Ho un debole per il divano di casa mia dal quale seguo indifferentemente qualsiasi competizione sportiva venga trasmessa in tv. Anche perché dal divano: “questo lo facevo anch’ io”. Sportivamente vorrei possedere: l’eleganza di Federer, la follia geniale di Maradona, il fisico di Parisse, la potenza di Tomba, l’agilità di Pantani, il romanticismo di Baggio e la classe di Mancini. Ma è impossibile, quindi rimango seduto.
Francesco Salvi

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