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Lokomotiv No Borders, calcio senza confini

Hanno la divisa blu, si allenano nel campo di via Lugo e sono forti. Si, sono forti.
Lokomotiv No Borders sono la prima squadra di calcio, nel campionato a sette della Uisp Genova, composta da rifugiati e ragazzi in attesa di riconoscimento dello status di profugo.
Si spostano in autobus tra i campi del territorio genovese e arrivano prevalentemente dal Centro Africa: Gambia, Nigeria, Senegal, Costa D’Avorio, Benin, Mali, Ciad e Guinea Bissau. E sono giovani, tra i 18 e 32 anni. Solo il capitano è più datato, gli altri sono ragazzi quasi tutti ventenni.

Hanno iniziato con un volantino, incrociando le dita, affittando il campo e sperando nella partecipazione. Il pallone ha fatto il resto. E ora la squadra inizia a raccogliere i primi risultati, sia sportivi che di coinvolgimento. Alle partite di campionato, che si svolgono nei campi di via Maritano e via Terpi, non manca mai il sostegno del tifo e al di là dell’aspetto sportivo, il progetto è diventato un punto di scambio culturale e un’opportunità per approcciare l’emigrazione in modo umano. Certamente una bellissima esperienza sportiva, ma anche qualcosa di più: un progetto antirazzista e antifascista, che prova a dar voce a chi non è ascoltato proprio tramite lo sport. Un’alternativa per migliorare la qualità di vita dei ragazzi, ma anche un modo per farli uscire dai centri di accoglienza, conoscere la lingua e la città.

Le divise sono vecchie magliette riciclate, mentre le scarpe provengono da un progetto parallelo alla squadra e organizzato dalla Polisportiva Popolare Lokomotiv Zapata. Da mesi, infatti, la campagna Vecchio Scarpino ha raccolto (e continua farlo) materiale sportivo in buono stato: palloni, divise da gioco, materiale tecnico in generale e persino una racchetta da tennis escono dagli armadi per tornare a nuova vita. L’iniziativa è ancora attiva e per chi volesse dare il proprio contributo il punto di raccolta è il CSOA Zapata (via San Pier d’Arena 36 – martedì e giovedì sera).

Tutte le spese della squadra, infine, sono autofinanziate dalla Polisportiva Lokomotiv, che il 14 dicembre porterà gli Assalti Frontali ai Magazzini del Sale per una prima serata di sostegno ai No Borders.

 

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Chi sono? cosa faccio? dove vado? A tutte queste domande rispondo con un bel silenzio. Diciamo che lo psicodramma è il mio terreno preferito, altrimenti che genoano sarei?! Mi piacciono i piani ben riusciti ed è per questo che opero sempre in direzione contraria. Insomma ho una predilezione per gli sconfitti, i secondi e quelli che si sbattono. Per farla breve, per i gregari. Ahimè sono un romantico e quando vinco mi sento a disagio. Per questo sono sempre all’opposizione. Ci sono 4 cose che mi mandano in visibilio: la frazione a farfalla di Pankratov, l’eleganza di uno stop di petto, il culo di Franziska van Almsick e i tackle di Paul Ince. Per il resto bevo birra.

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