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Wimbledon 2015 e le pagelle turistiche

E’ finita anche quest’edizione del torneo di Wimbledon, liberi tutti: preparate le valigie e partite per le vacanze! Si ora potete! Perché quando si programmano le ferie estive bisogna anche tenere conto delle grandi manifestazioni sportive che si svolgono in quel periodo: a meno che non ci si voglia recare a vedere le stesse, è impossibile, per noi appassionati cronici di sport, accavallare l’ozio da spiaggia, la camminata in montagna o la visita di una città, con una grande manifestazione sia essa un Mondiale, un Europeo, un’ Olimpiade e, appunto, il Torneo di Wimbledon. Ho così deciso di darvi alcuni consigli (per tutte le tasche) su alcune mete che ho visitato, paragonandole ai tennisti protagonisti dell’ultimo torneo londinese.

GENOVA e la Riviera Ligure – Vorrei ma non posso.

Genova by Night - Il Bigo e la zona Porto Antico

Genova by Night – Il Bigo e la zona Porto Antico

Se volete venire a Genova, noi di Pagina2cento, siamo ben lieti di ospitarvi per una birra o un piatto di pasta al pesto. La città è bella. Un centro storico che è tutto un dedalo di viuzze e caruggi, il Porto Antico passeggiabile ospita l’Acquario, il mare è bellissimo ma…non aspettatevi la cortesia perché il genovese è tendenzialmente scorbutico. I mezzi pubblici sono gestiti molto alla carlona e la città sembra non riuscire a fare il grande salto. Anzi è ben lontano dal poterlo fare e sembra essere ancora alla ricerca di una sua identità. Un po’ come Grigor Dimitrov: il nuovo Federer o Mister Sharapova? Quando si convincerà ad essere Grigor Dimitrov allora forse a Genova amplieranno la metropolitana e, magari, l’aeroporto.

IBIZA – Cervello in stand-by.

Bella, niente da dire. Locali e discoteche per tutti i gusti, dj set a non finire, aperitivi al tramonto e la vicina Formentera è un piccolo gioiellino. Ma in una settimana è difficile rimanere concentrati per più di dieci/quindici minuti: l’alcool e non solo annebbiano la mente in un Sabba continuo. La musica assordante fa il resto. E’ quello che succede anche a Fabio Fognini: mezzi tecnico/atletici eccezionali scoordinati da una testa che troppo spesso sembra in hangover dopo una serata al Pacha.

AMSTERDAM – La sorpresa e il divertimento.

Prima di partire non me la immaginavo così piacevole. Canali, ponti, colori e musei. Magari le foto fatele prima di fare il giro dei coffeeshop. Da visitare il Van Gogh Museum e il quartiere a luci rosse. Imperdibile l’Heineken Experience. Insomma il divertimento è assicurato. E’ un po’ come guardare una partita di Dustin Brown, la sorpresa di quest’edizione 2015, l’antipersonaggio del tennis: tanto divertimento e Rastafarian Style.

SAN FRANCISCO – Una certezza tutta saliscendi.

Le Strade di San Francisco

Le Strade di San Francisco

Si proprio così: tutti quelli che ci sono stati ti dicono “Vai a Frisco perché è davvero bellissima, c’è tanto da vedere e tanti posti da girare in una città che è tutta un saliscendi”. Personalmente l’ho trovata splendida: Castro Street, il centro, i Pier, Alcatraz, il ponte e molto altro. Girabile a piedi (con estrema fatica) e con i Cable Car quando le pendenze si fanno eccessive. Un po’ come Stan Wawrinka: alterna prestazioni sontuose come al Roland Garros (andava in discesa per Powell Street) a partite in salita come quella con Gasquet (lì era a Lombard Street ma l’aveva presa dal basso). Alcuni scorci rimangono comunque memorabili nella mia testa come il rovescio ad una mano a tutto braccio al lato del paletto. Grazie Stan Francisco.

NAPOLI e ISTANBUL – Piacevoli scoperte.

Partendo per queste due città ero un po’ scettico, non sapevo bene cosa aspettarmi. Ed invece che meraviglia: per visitarle bene una settimana può essere l’ideale. Ma potrebbe anche non bastare. Romantiche, decadenti, città di mare e per questo di per sé affascinanti. In tutte e due una chicca: la cucina. Su quella napoletana non mi soffermo, probabilmente la migliore al mondo, quindi sarebbe riduttivo. Ad Istanbul non solo kebab ma cucina speziata e variegata tipica di una città che condensa oriente ed occidente. Da provare il kebab di Agnello al Rumeli Cafè. Diciamo che a tavola, in questi posti, mi sono sentito paradisiacamente appagato come nel vedere il rovescio leggero e chirurgico di Richard Gasquet. Se ne avesse sempre così voglia…

LAS VEGAS – Tanto fumo poco arrosto.

Le luci, gli hotel, lo sfarzo, l’aria condizionata, la finzione che si mescola con una realtà opaca soffocata dal fumo di sigaretta. Una delusione. Ma la cosa più impressionante è la calma giornaliera che lascia al posto al caos notturno. Insomma una città senza equilibrio, un po’ come l’attuale Rafael Nadal: per un plurivincitore di Wimbledon uscire al secondo turno in questo modo deve far riflettere. Anche perché il circuito ha bisogno del Rafa che fu e, io ne sono convinto, che ritornerà ad essere.

SYDNEY – Tutto bene, niente eccelso.

L'Opera House all'ora dell'aperitivo.

L’Opera House all’ora dell’aperitivo.

Se avete voglia di farvi 22/23 ore di volo andate. Se avete dei soldi e non siete dei fumatori (la politica australiana in merito è severissima) andate. Ma non aspettatevi di emozionarvi. La città è perfetta, forse troppo: pulita, ben tenuta, con molti spazi dove poter fare sport. L’Opera House domina la baia sulla quale sorge Sydney, Manly e Bondi sono le spiagge cittadine giustamente gettonate: bagnini scultorei, bellezze in costume e tante tavole da surf. Il tutto è così talmente perfetto da rimanere un po’ piatto, non emozionante, bello ma freddo. E’ stato così il gioco di Andy Murray: solido, bello, preciso ma mai in grado di alzare l’asticella, di fare uno scatto in più. Da vedere magari in età più avanzata: non Murray ma Sydney.

ROMA – La Grande Bellezza.

Ok a Roma ce stanno tantissimi probblemi. Ma come può la città eterna non essere, a mio parere, il luogo più bello che io abbia mai visitato? E’ tutta una questione di storia e di stili che si intrecciano e accavallano continuamente tra loro generando nel visitatore stupore e ammirazione, emozione e commozione. Ad ogni angolo ci sono palazzi da visitare e chiese da fotografare che al loro interno conservano opere d’arte dal valore inestimabile. I fori e gli scavi dell’antica città si oppongono al museo d’arte contemporanea. E’ tutta una variazione sul tema e nulla è mai uguale a sé stesso. Il Classico si fonde col Moderno. L’oggi abbraccia lo ieri. Come il tennis di Roger Federer: un 34enne che compete con giocatori più giovani di lui con ottimi risultati, vista la finale raggiunta. Una variazione continua di giocate che ammaliano lo spettatore portandolo in una dimensione di felicità quasi inesplicabile. Anche se non vincente.

NEW YORK – Come è profonda la modernità.

Central Park visto dall'alto.

Central Park visto dall’alto.

A New York c’è davvero di tutto: musei, chiese, teatri, spettacoli, eventi, locali, ristoranti. Insomma non manca nulla. La Grande Mela è il prototipo della città moderna ed efficiente dei nostri giorni. Il meltin’pot (è facile trovare serbi che fanno amicizia con tedeschi in Central Park) la rende una città ancora più speciale. Vuoi qualcosa? Qualsiasi cosa? Vai a New York e prenditelo. Puoi e lo dice anche Alicia Keys “New York, concrete jungle where dreams are made of  There’s nothing you can’t do Now you’re in New York”. Un po’ come il tennis espresso in queste due settimane da Novak Djokovic: servizio chirurgico, dritto pesantissimo, rovescio controllato, gioco a rete (di rado) buono, difesa impeccabile, risposte impossibili e attaccchi fulminei (nessun riferimento all’11 settembre: tra l’altro il Memorial è l’unico posto dove non ritornerei e Djokovic ad oggi sembra non avere punti deboli). Tutto questo con una profondità di gioco paragonabile al mare sul quale si affaccia la città, paragonabile alla profondità di Central Park visto dai grattacieli. Impressionante Nole: il tuo tennis risplende come le luci di Times Square 24 ore su 24.

PS: in mezzo a tutto questo peregrinare per il mondo ci sarebbero anche Piacenza, Vercelli, Canberra e Siderno: ovvero il gioco di Groth escluso il servizio, lo Janowicz disperso, la follia di Dolgopolov e la svogliatezza di Gulbis. Non me ne vogliano gli amici che ci leggono da queste città. Scusatemi.

 

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Francesco Salvi
Da 35 anni appassionato di gesta sportive a 360°, fin da bambino ho praticato diversi sport, ma con scarsi risultati: calcio a livello agonistico, tennis, sci e l’odiatissimo nuoto. Il mio sangue è al 50% genovese, al 10% marchigiano e al 40% sampdoriano. Ho un debole per il divano di casa mia dal quale seguo indifferentemente qualsiasi competizione sportiva venga trasmessa in tv. Anche perché dal divano: “questo lo facevo anch’ io”. Sportivamente vorrei possedere: l’eleganza di Federer, la follia geniale di Maradona, il fisico di Parisse, la potenza di Tomba, l’agilità di Pantani, il romanticismo di Baggio e la classe di Mancini. Ma è impossibile, quindi rimango seduto.
Francesco Salvi

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