tiraspol

Uefa is East. Trasnistria 1997

Le coppe e il fascino dell’esotico. Seguendo svogliatamente i match internazionali di Champions ed Europa League, ogni anno ci troviamo a fantasticare sulle squadre più curiose (quasi mai quelle per cui tifiamo), provenienti da zone d’Europa meno battute, che semplicisticamente spesso definiamo Est. Era caduto in questa fascinazione il giornalista inglese Jonathan Wilson che, girando in lungo e in largo, tra Balcani e Russia, era andato alla ricerca di storie calcistiche e curiosità da raccontare. Ma per chi volesse andare oltre e scoprire cosa sta dietro i muscoli, le giocate e le maglie sgargianti (che molto spesso omologano, con le loro fantasie sempre uguali, il calcio di ogni latitudine), può compiere un piccolo viaggio con la mostra fotografica di Gabriele Bertolini: Uefa is East – L’Europa calcistica dell’Est vista attraverso i volti dei suoi abitanti. Transnistria, 1997, in esposizione a Torino dal 17 al 20 marzo al Polski Kot (via Massena, 19), in occasione di Slavika. Festival delle culture slave.

Curata da Enzo Ronco e Gwladys Martini, il reportage si inserisce nel più ampio progetto L’Europa calcistica dell’Est vista attraverso i volti dei suoi abitanti, luoghi dove si sono svolti eventi calcistici di rilevanza europea. Piccoli club, decine di città più o meno conosciute, venute alla ribalta per pochi attimi, per finire poi dimenticate fino alla stagione successiva. Il primo appuntamento conduce in Trasnistria (per chi ha letto Educazione Siberiana di Nicolai Lilin non sarà del tutto sconosciuta), controversa striscia di territorio schiacciata tra Ucraina e Moldavia, che si dichiara indipendente da quest’ultima e vicina alla Russia. In particolare il fotografo ha documentato le strade e i volti della capitale Tiraspol nel 1997, anno della fondazione dello Sheriff Tiraspol: persone colte nella loro quotidianità, ricchezza, povertà e tatuaggi che raccontano storie di vita.

La mostra è inserita nel programma Fuoriluogo, sostenuto dal collettivo GAD (Gwladys Martini, Alessio Bovero, Dario Favatà), che intende stimolare l’incontro tra arte e luoghi non convenzionali, volto ad avvicinare il contenuto tipico dei musei al pubblico più vasto dislocandolo in contesti nuovi e spiazzanti.

Info: polsikot@libero.it

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Simone Tallone
“Come tutti i bambini, avrei voluto essere un calciatore. Giocavo benissimo, ero un fenomeno, ma soltanto di notte, mentre dormivo: durante il giorno ero il peggior scarpone che sia comparso nei campetti del mio paese. Sono passati gli anni, e col tempo ho finito per assumere la mia identità: non sono altro che un mendicante di buon calcio. Vado per il mondo col cappello in mano, e negli stadi supplico: «Una bella giocata, per l’amor di Dio».” – Ahimè, fossero parole mie! Eduardo Galeano parla per me!

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