La terza scelta

Galeotto fu il social network. Sul feed del mio profilo Twitter ieri è apparsa una foto: gesso, lavagna e convocazioni mondiali redatte da un gruppo di studenti. Per deformazione, l’occhio è subito caduto sui portieri: Buffon, Sirigu e Scuffet.
Tutto sommato ci può stare – ho pensato: Buffon è la certezza, Sirigu sta facendo un ottimo campionato e Scuffet si è conquistato un posto da titolare a soli 17 anni. C’è un però. Se Buffon e Sirigu non si discutono, sulla terza scelta ci sarebbe da ragionare. Troppo importante quest’anno, troppo importante per il futuro.
Ma prima di addentrarmi in “bizantinismi calcistici”, vorrei esprimere il mio gaudio da ex-portiere. Con ogni probabilità questi mondiali segneranno la fine dell’era-Buffon e, dopo anni così e così, ho la netta sensazione che la scuola-portieri italiana sia in netta ripresa.
Il numero 1 della Juventus ha esordito nel ‘95, quando in Italia giocavano portieri come Pagliuca, Toldo, Marchegiani, Peruzzi e dal 2000 in poi è stato l’unico e vero signore dei pali. Bucci, Sereni, Fontana, Abbiati, Amelia, De Sanctis, Storari: tutti ottimi portieri, ci mancherebbe, ma nessuno che potesse davvero scalfire la leadership di Gigi. Oggi che il “re” sta per esaurire il suo ciclo da imbattuto, si aprono nuovi scenari e nuove leve si stanno facendo largo.

Ma andiamo con ordine: chi portare in Brasile come terza scelta?
Se la decisione ha come criterio il rapporto stato di forma/merito nell’ultima stagione, mi sento di poter escludere Marchetti, che in termini assoluti rimane un buon portiere, ma che quest’anno ha sofferto qualche “papera” di troppo. Nessuna croce, ci mancherebbe, ma l’affidabilità resta una delle qualità principali del portiere.
Se tra i papabili a terzo inseriamo Mirante, nella giostra dei nomi io metterei anche Consigli e Padelli: la qualità delle loro prestazioni è sullo stesso piano dell’estremo parmense (e non a caso Parma, Atalanta e Torino stanno facendo un ottimo campionato). Tra questi 3 esprimo la mia preferenza per Consigli: il suo rendimento è stato costante per tutto il campionato e nell’ultimo mese ha fatto partite straordinarie (i bergamaschi sono imbattuti da 6 giornate e si giocano l’Europa). Ci sono portieri, poi, che pagano ingiustamente il prezzo di giocare per obiettivi minori. E’ il caso di Bardi, che a Livorno sta acquistando mezzi, fiducia e prestazioni e che, è bene ricordarlo, ha solo 22 anni.
E arriviamo alla zona calda, ai due contendenti, a 2 giovani portieri che stanno facendo ottime cose e che, a parere mio, hanno appena inaugurato un dualismo destinato a durare: Perin e Scuffet.

Il numero 1 genoano quest’anno è finalmente esploso, anche se è giusto ricordare che lo scorso anno a Pescara non ha fatto per niente un brutto campionato. Anzi. I tifosi viola si ricordano ancora i miracoli che fece al Franchi: 0-2 per gli abruzzesi e 8 in pagella. Certo, giocare nella difesa più battuta di tutto il campionato non gli ha giovato da ottima vetrina. Quest’anno in una squadra di terza fascia, ha potuto giocare tranquillo, con costanza e con il numero giusto di palloni verso la sua porta. Un plauso al Genoa, che ha creduto in lui, lasciando a Frey la chiusura di carriera in Turchia. Discorso analogo anche per Scuffet, che ha trovato l’ambiente giusto per crescere. Dopo Zoff è il primo friulano a giocare tra i pali dell’Udinese, ha saputo farsi trovare pronto e Guidolin adesso lo schiera titolare. Scelta ben ripagata tra l’altro, viste le ultime prestazioni. Ah dimenticavo, Scuffet ha 17 anni e la storia del suo esordio presenta notevoli affinità a quella di Buffon: Gigi esordì per l’infortunio di Bucci, Simone per quello di Brkic. Se le analogie dovessero proseguire, la nazionale avrebbe il portiere per i prossimi 20 anni.

Scuffet o Perin. Il biglietto per il Brasile è uno solo: chi scegliere?
Il portiere rossoblu è al secondo anno di A, ha più esperienza ad alti livelli e prima di Pescara e Genoa, ha anche giocato una stagione in B a Padova. Senza contare l’esperienza con le nazionali under 19 e under 21. Insomma, probabilmente fornirebbe qualche garanzia in più, qualora venisse chiamato in causa mondiale.
Il numero 1 friulano, invece, ha letteralmente bruciato le tappe, ma nelle partite che ha giocato ha dato prova di grande affidabilità e prontezza. Certo 2 mesi di campionato sono pochi per valutare un giocatore (ha esordito il 1 febbraio), soprattutto se rappresentano poi la base su cui giustificare una convocazione mondiale.
Mi sbilancio: assieme a Buffon e Sirigu, io chiamerei Perin.
Alea tracta est.

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Chi sono? cosa faccio? dove vado? A tutte queste domande rispondo con un bel silenzio. Diciamo che lo psicodramma è il mio terreno preferito, altrimenti che genoano sarei?! Mi piacciono i piani ben riusciti ed è per questo che opero sempre in direzione contraria. Insomma ho una predilezione per gli sconfitti, i secondi e quelli che si sbattono. Per farla breve, per i gregari. Ahimè sono un romantico e quando vinco mi sento a disagio. Per questo sono sempre all’opposizione. Ci sono 4 cose che mi mandano in visibilio: la frazione a farfalla di Pankratov, l’eleganza di uno stop di petto, il culo di Franziska van Almsick e i tackle di Paul Ince. Per il resto bevo birra.

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