PSV_Eindhoven,_1977–78_UEFA_Cup_Winners_-_01 (1)

Forza Bastia. Una favola andata male

Non tutte le favole hanno un lieto fine. Capita che Cenerentola, chiamata dal principe per provare la scarpetta smarrita, sul più bello si trovi coi piedi gonfi per le troppe scale e il sogno svanisca. La bellissima stagione del Leicester permette ad ogni tifoso “provinciale” di sperare nella stagione successiva, che sia finalmente quella buona, quella che darà qualche soddisfazione sportiva, perché puntare sempre alla salvezza dopo un po’ scoraggia. E se più difficile è spuntarla sul lungo percorso di un campionato, le sorprese più inaspettate spesso arrivano  dalle coppe:  principalmente in quelle nazionali, a volte però anche in quelle cosiddette europee.

Appena capitano queste occasioni, non bisogna farsi trovare impreparati. Quando ti invitano al castello è d’obbligo vestirsi bene, non sfigurare, ma soprattutto fare più foto ricordo possibili!
Quando la squadra di Bastia, nella stagione 1977-78 approdò alla finale di Coppa UEFA, il suo presidente di allora, Gilbert Trigano, non ci pensò due volte e, in occasione della partita di andata, che si sarebbe disputata nel capoluogo corso, chiamò il suo amico regista Jascques Tati per catturare più immagini possibili di quell’evento che non tanto facilmente si sarebbe potuto ripetere. Dal montaggio delle riprese di quella giornata nacque il documentario, Forza Bastia 78 ou l’ile en féte. Ma non subito: dovranno passare due decenni perché la figlia del regista, Sophie Tatischeff, recuperasse le bobine depositate negli uffici del club e finalmente montasse le immagini assemblando un racconto di 26 minuti.

La macchina da presa segue la preparazione dei sostenitori, le grida, i petardi, il montare del ronzio in crescendo di una città striata di bianco-blu che si prepara al grande evento. Il calcio riunisce in strada le persone e una comunità di provincia, non abituata a festeggiare glorie sportive, inventa una celebrazione possibile. Si riuniscono giovani e meno giovani, si imbracciano trombe, si susseguono processioni, a piedi e con ogni mezzo, tutte dirette al tempio, lo stadio Furiani. Purtroppo la doppia finale è vinta dagli avversari, quel PSV Eindhoven bloccato sullo zero a zero sull’isola, ma incontenibile in terra olandese, dove la squadra testa di moro soccombe incassando tre goal.
La favola non si è avverata, ma le magliette dei tifosi, ancora oggi, hanno stampata sulla schiena questo incredibile traguardo mai raggiunto “S.C.B. Uefa Cup Final 1978″.

P.S.: Nella foto in alto Willy van der Kuijlen del PSV solleva il trofeo vinto dagli olandesi, vestendo la maglia del Bastia finalista.

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Simone Tallone
“Come tutti i bambini, avrei voluto essere un calciatore. Giocavo benissimo, ero un fenomeno, ma soltanto di notte, mentre dormivo: durante il giorno ero il peggior scarpone che sia comparso nei campetti del mio paese. Sono passati gli anni, e col tempo ho finito per assumere la mia identità: non sono altro che un mendicante di buon calcio. Vado per il mondo col cappello in mano, e negli stadi supplico: «Una bella giocata, per l’amor di Dio».” – Ahimè, fossero parole mie! Eduardo Galeano parla per me!

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