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FootGolf: buche, palloni e gilet

I cambiamenti che porterebbero innovazioni al giorno d’oggi non sempre vengono accettati dalla società, forse per paura di ciò che potrebbe essere o rallentati dalla morbosa pigrizia di andare oltre ciò che già si conosce. Fortunatamente non tutto, non le eccezioni che invogliano ancora l’essere umano a scoprire, a inventare e a governare le loro stesse passioni, lasciando un vibrante spiraglio di libertà che le capaciti di esplorare. Questo può accadere anche nell’ampio ambito dello sport, dove in maniera particolare la mentalità appare ristretta e restia a un certo tipo di cambiamenti. Però lo sport circoscrive soprattutto passione, gioia, comunità: un insieme di ingredienti che, se uniti con dedizione e attenzione, garantisce una buona cultura.

È il caso, per l’appunto, del FootGolf, una nuova disciplina nata in Olanda nel 2009 e portata in Italia con successo nel 2012 grazie all’istituzione dell’Associazione Italiana FootGolf da parte di Leonardo Decaria. Si tratta, come evidenzia da sé il nome, dell’unione di calcio e golf: dell’uno si prelevino un pallone regolamentare, scarpini e calzettoni; dell’altro si mantengano, invece, un paio di bermuda o pantaloni lunghi, una polo elegante – raffigurante lo stemma della propria squadra -, un cappello per proteggersi dalla luce solare e la natura e il verde che fa da sfondo a una sfida golfista. L’autorità nazionale è in linea, inoltre, con le federazioni olandese e ungherese ed entrata a far parte della fondazione della Federation for International FootGolf in occasione della 1ª FootGolf World Cup, tenutasi a Budapest nel giugno 2012. Un titolo che vanta all’AIFG il supporto internazionale.

«Se giochi ti innamori». Il condizionale in questo caso è d’obbligo perché il FootGolf, nonostante l’elevato numero di iscrizioni ai campionati regionali e nazionali, riceve quotidianamente critiche di chi non vorrebbe snaturare i due sport precedentemente citati. Il lato positivo sta proprio qui, lungi dal voler soppiantare questi due campi: l’intento è infatti quello di offrire la possibilità di prendere parte a una attività ludica che sta nel mezzo, non in contrasto ma in agevolazione nei riguardi di chi nel calcio non ottiene fortuna – o per problemi fisici non può disputare una partita con gli amici – e di chi nel golf non trova giovamento. Uno stile diverso, insomma, di approcciare allo sport. Lo slogan a cui si faceva riferimento prima, in più, testimonia come il FootGolf riesca ad accasare perfino gli scettici, che dopo la loro prima esperienza non hanno saputo dunque distanziarsi da esso.

Ciononostante, a rendere praticabile il gioco è anche la funzionalità delle regole, poche ma chiare, per far sì che la conduzione della partita sia condotta all’interno di parametri ben stabiliti e attraverso lealtà sportiva e rispetto nei confronti dell’avversario. Non c’è infatti l’arbitro. Innanzitutto, per cominciare una partita, si posiziona il pallone entro la linea immaginaria tra i tee markers, secondo l’ordine iniziale o dato dalla buca precedente: assolutamente vietato trascinare la sfera di cuoio con la pianta o spingerla col collo del piede, giacché il colpo debba essere secco e netto. Qualora la palla non dovesse essere calciabile, il giocatore può spostarla quanto più vicina all’impedimento senza però danneggiare l’ambiente naturale circostante. Vince, evidentemente, chi deposita la palla nella buca – appositamente allargata fino a raggiungere i 50 cm di diametro – mediante il minor numero di tiri. La somma di tutti i punteggi ottenuta al termine dell’intero percorso a tappe proclama infine il vincitore.

L’obiettivo della Federazione è quello di avvicinare molte altre persone di tutte le fasce di età al FootGolf, affinché scoprano un nuovo modo di divertirsi e cimentarsi in qualcosa di differente. È altresì vero che le strutture non sono tuttora solide e stabili, tanto da indurre il maggior consiglio nazionale a creare sinergie con i golf clubs sparsi in giro per l’Italia e adattarli perfino a campi di allenamento per i ragazzi provenienti da lontano, che necessitano per lo più di svolgere un semplice pre-partita o condurre un allenamento settimanale, che solitamente viene svolto per due ore durante il periodo lavorativo. L’evento maggiormente sentito, al contempo, sono gli Italian FootGolf Masters 2015 in programma il 6 dicembre a Viterbo: vi parteciperanno i 90 migliori giocatori provenienti da sei campionati interregionali. Da ricordare, inoltre, che i primi cinque giocatori del campionato nazionale avranno la possibilità di rappresentare l’Italia in Europa. Indubbiamente, il ciclo si chiude col traguardo della qualificazione alla FootGolf World Cup 2016, prevista dal 6 al 10 gennaio prossimi a Buenos Aires, in Argentina.

Una serie di competizioni che rende affascinante il FootGolf e lo aiuta a integrarsi sempre più nella vita delle persone, immergendole nella tranquillità e avvicinandole ai valori simbolicamente sociali.

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Alessio Eremita
Inventore di finzioni, creatore e amante di polemiche, instancabile intollerante che potete leggere anche su empireodelpallone
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