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“Meali”: e se fosse greco?

Nella primavera del 2015 mi trovavo a Salonicco (dove ho trascorso molto del mio tempo durante la XXXI Olimpiade moderna). In quei quattro anni ho avuto la fortuna di diventare amico di molti greci, entrando in contatto con la loro cultura e (soprattutto) la matta passione per il football. A Salonicco infatti ci sono quattro squadre: Aris, Paok, Iraklis e Apollon, ma sono le prime due a spartirsi la stragrande maggioranza dei tifosi in città e nei dintorni. Il derby Paok-Aris, ad esempio, non ha nulla da invidiare a quello della Lanterna, quanto a calore.

Ebbene, quella sera mi stavo godendo la brezza primaverile davanti alle acque appena increspate del golfo di Salonicco, in compagnia di amici tifosi del Paok e dell’Aris, tra un piatto di suzukakia e una melizanosalata. Non ricordo di preciso come e perché, ma so che ad un certo punto ho preso in mano il cellulare e, saltando di post in post, l’occhio mi è caduto sulla parola “meali”. Incuriosito, ho aperto il link: era pagina2cento.it.
Da dove viene la parola meali? Il suo significato mi era subito chiaro, avendo giocato a pallone fin da bambino. È il nome della rimessa dal fondo, ma ho sempre pensato che fosse universale (almeno in Italia). Quella sera ho scoperto che no, non è universale, perché il suo utilizzo è soprattutto genovese. L’articolo però era molto chiaro: l’etimologia di meali non è affatto certa. E allora, trovandomi nel paese dove è stato inventato il maggior numero di parole che usiamo tutti i giorni, ho avuto la malsana idea: provare a chiedere ai miei amici greci se meali, per loro, avesse un qualche significato.

Avevo acceso una miccia pronta a far saltare la polveriera. La discussione si era fatta subito accesa e sentita, ognuno sembrava avere una teoria più o meno convincente. Un amico tifoso dell’Aris ha suggerito che “me allì” in greco significa “con l’altra” (femminile). Starebbe per “gioca dal fondo con l’altra palla”: un cambio di attrezzo, insomma, come oggi i portieri fanno spesso. Ma all’epoca dei pionieri? Difficile. Un altro amico, stavolta tifoso del Paok, l’ha presa più sul filosofico: “se ci pensi, calcio d’angolo o rimessa dal fondo dipendono sempre da una decisione dell’arbitro, nonostante i giocatori pretendano sempre di aver ragione. Tutti sostengono di dire la verità al direttore di gara. E quando il fischietto decide, eccoci in presenza di un giudizio preso “me alithia”, che in greco vuol dire con verità. Per il corner era già popolare la parola inglese, ma goal kick no. Meali vuol dire che l’arbitro ha deciso per la rimessa dal fondo e che il suo giudizio è la verità di cui prendere atto”.

Meali deriverebbe da “Me alithia” in forma contratta? Mah… forse. Nessuno degli altri al tavolo aveva una spiegazione migliore. Tutti concordavano però su una cosa: meali aveva sicuramente un’origine ellenica, come (secondo i greci) il 99,99% delle parole nel mondo occidentale. Avevo solo un ultimo quesito per loro: d’accordo l’origine greca, ma come si spiegherebbe l’uso di meali solo a Genova e nelle sue immediate vicinanze? Con questa domanda, ero sicuro di averli messi nel sacco. Mi hanno risposto in coro: “Semplice. Siete una città di mare e chi domina il mare, dai tempi dell’Iliade, sono i marinai greci. Saremo venuti a giocare da voi e vi avremo insegnato la parola meali”.
Parola che poi, in Grecia, non hanno mai utilizzato.
Sipario.

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Simone Galdi

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