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Quando il gioco si fa hard

Stando a quanto dichiarato nel report annuale del 2014 di FCA Group, Ferrari ha avuto un fatturato record di quasi 2,8 miliardi di Euro, in aumento rispetto all’anno precedente di oltre il 18%. Il suo più grande mercato rimane il Nord America, quella stessa area dove l’industria online dell’intrattenimento per adulti, solo quella su rete, nel 2012 ha fatturato qualcosa come 21 miliardi di dollari. La maggiore piattaforma online di distribuzione di cinema a luci rosse, ovvero Xvideos, è il terzo sito più utilizzato dopo Google e Facebook, con 5 miliardi di pagine cliccate al mese e una permanenza media di 15 minuti, contro i 7 minuti scarsi di contenuti aventi a che fare con le news e l’attualità.

PornHub-shirtIn principio è stato Brazzers a voler sponsorizzare una squadra di gamer professionisti della famosissima saga di videogiochi della Capcom, ovvero Street Fighter X Tekken.  Qualche tempo dopo, a ruota, è arrivato un altro colosso del settore, Youporn, che riuscì a concludere un contratto con un altro team spagnolo di e-gamer, i “Play2Win”, che da quel momento si chiamarono Team YP. Ma è stato il 2014 l’anno della scolta, quando i giocatori di una squadra di calcio dell’Università del Kent, i Rutherford Raiders, vista la difficoltà nel trovare una sponsorizzazione che permettesse loro di iscriversi al campionato, decisero di apporre per scherzo, sulla propria maglietta, il logo del famoso sito Pornhub. Una foto alla maglietta e la cosa divenne virale, tanto che il colosso decise di contattare i ragazzi e offrirgli la partnership commerciale. A interrompere l’idillio fu l’università stessa, contraria a qualsivoglia accordo commerciale con un portale hard. A niente servirono le proteste – più che giustificate per la verità – dei giocatori. Le polemiche non cessarono rapidamente, dato che i giocatori della squadra di calcio, a ragione, sostenevano l’assurdità nel permettere alla squadra di cricket di indossare le divise sponsorizzate da una nota marca di birra (anch’essa prodotto vietato in base all’età); o come la squadra di rugby, che sulle t-shirt da allenamento, aveva impressa una frase che suonava all’incirca così: 80 minuti, 15 posizioni, senza protezioni. Vuoi unirti alla mischia?  In un simile contesto, effettivamente, fa tuttora sorridere il divieto ad essere sponsorizzati da un sito per adulti, pena la squalifica dal torneo. Per la cronaca, Pornhub pagò comunque tutte le tasse per l’iscrizione al torneo, anche senza apparire come sponsor sulla maglietta.

E’ indubitabile, però, che oltreoceano la distanza porno\società civile sia decisamente meno marcata rispetto al vecchio continente. La pluri-premiata attrice 23enne, stella dell’hard con il nickname Bonnie Rotten, sia una fan sfegatata della squadra di football americano Oakland Raiders e sui social network non perda occasione per retweettare alla squadra o farsi fotografare allo stadio con i vertici societari. In primis il proprietario Mark Davis.
E in Italia? Nel novembre 2015, Pornhub aveva dichiarato, con tanto di messaggio online, la volontà di sponsorizzare una realtà sportiva. Inutile dire come siano arrivate in massa le richieste, dal golf al frisbee. Alla fine l’ha spuntata una squadra di pallanuoto maschile di Varese, il Varese Master Team e a sorpresa anche una seconda squadra di calcio amatoriale e per di più femminile, la Champions Feague. In un comunicato stampa, il CEO di Pornhub ha dichiarato: “Il Varese Master Team è stato scelto grazie ad una candidatura molto convincente, accompagnata da una foto osé in cui i giocatori sono coperti solo da palle per la pallanuoto; mentre le Champions Feague hanno dimostrato che la loro squadra è composta da donne che rappresentano molte delle categorie presenti su Pornhub, tra le quali Milf, lesbian, brunette, e molte altre”.

In un’epoca dove molte società sportive faticano a trovare sponsorizzazioni per sostenere spese e tributi, perchè non guardare al mondo dell’hard come a una possibile porta d’ingresso per una collaborazione commerciale?
D’altronde quando il gioco si fa duro. O meglio, hard!

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Alessio Rassi
Nato nello stesso giorno - ma diversi anni dopo – del plurititolato pilota di rally Renato Travaglia o del navigatore Daniel Elena, mi appassiono fin dai primi vagiti a ogni genere di sport motoristico, su strada e su pista. Pratico ogni sorta di sport non-motoristico e questo mi porta a non concludere nulla. Quando finalmente posso dedicare tempo e (pochi) soldi ai motori guidati mi accorgo di aver già troppi anni sulle spalle, facendomene una ragione davanti ad una birra trappista. Utilizzo i week-end di gran parte dell'anno per seguire il Motomondiale, la SBK, l'MX GP, il WRC con IRC annessi e connessi e varie corse su strada. Capita spesso che mi chieda come sarebbe stato fare di un hobby la ragione di vita ma non potendo dare una risposta mi limito a raccontarne qualche fatto, con un casco vicino e la passione nel cuore.
Alessio Rassi

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