Musica Mondiale

Ci sono le maglie, ci sono i palloni e ora anche la musica. Se in Sudafrica era stata Shakira a tener banco con Waka Waka, quest’anno l’inno ufficiale della Coppa del Mondo sarà We are one (Ole Ola), cantata dal rapper cubano-americano Pittbul con la partecipazione di Jennifer Lopez e la cantante brasiliana Claudia Leitte. In pratica è una versione mascherata di Aquarela do Brasil di Ary Barroso, ma in versione disco e molto più tamarra. Il pezzo contiene influenze di musica sudamericana, richiamando lo stile brasiliano e racchiude un messaggio chiaro contro il razzismo: “Mostra al mondo da dove vieni, mostra al mondo che siamo una cosa sola”.
Sarà di sicuro un pezzo molto ballato in pista, ma da vecchio-matusa-vintage quale sono, resto più affezionato a pezzi come Notti Magiche o Messico e nuvole.
 

E l’Italia? Beh, la nostra nazionale sarà accompagnata in Brasile da Un amore cosi grande 2014, brano scritto nel 1976 dal salentino Guido Maria Ferilli e ri-arrangiato adesso dai Negramaro di Giuliano Sangiorgi, il cui ricavato sarà devoluto a favore della ricerca su Sclerosi Multipla e SLA.

A Coverciano, alla presentazione ufficiale della colonna sonora, c’erano quasi tutti i papabili azzurri ai prossimi mondiali. Qui sotto potrete riconoscerli dalle chiome fantasiose  o dalle ispide barbe.

Foto di Ilaria Miglio

Sulla canzone niente da dire: preferivo la versione cantata da Claudio Villa.
Ascoltatela, fino alla fine. Se vi riesce.

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Chi sono? cosa faccio? dove vado? A tutte queste domande rispondo con un bel silenzio. Diciamo che lo psicodramma è il mio terreno preferito, altrimenti che genoano sarei?! Mi piacciono i piani ben riusciti ed è per questo che opero sempre in direzione contraria. Insomma ho una predilezione per gli sconfitti, i secondi e quelli che si sbattono. Per farla breve, per i gregari. Ahimè sono un romantico e quando vinco mi sento a disagio. Per questo sono sempre all’opposizione. Ci sono 4 cose che mi mandano in visibilio: la frazione a farfalla di Pankratov, l’eleganza di uno stop di petto, il culo di Franziska van Almsick e i tackle di Paul Ince. Per il resto bevo birra.

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