boxe

Palo.Incrocio.Traversa! presenta Fuori i secondi

loc_webPALO.INCROCIO.TRAVERSA! completa il calendario della seconda edizione con un focus interamente dedicato alla boxe. Dopo la prima parte di stagione, che ha fatto segnare un’ottima partecipazione di pubblico, la serie di incontri propone un approfondimento sul pugilato, sport di resistenza e resistenze che sul ring intreccia e racconta le vicende di grandi campioni a quelle di grandi uomini; una disciplina letteraria per definizione, che tra le sue corde ha visto muovere i passi di grandi leggende e altrettante Storie; una metafora della vita che spesso ispira sentimenti di crescita, parità, confronto e uguaglianza.

Si parte mercoledì 21 febbraio con la presentazione di Boxe Populaire di Fabio Pennetta: un doppio libro che mette insieme un noir e una dettagliata mappa narrativa di alcune palestre popolari italiane e straniere, un movimento che negli ultimi anni ha invaso le città e restituito al territorio il concetto di sport come diritto al benessere psicofisico a disposizione di chiunque. Il 20 marzo, invece, appuntamento con Alla fine di ogni cosa. Romanzo di uno zingaro. Mauro Garofalo racconta la storia del campione tedesco di pugilato degli anni Trenta Johann Trollman, detto Rukeli, come solo i grandi romanzieri sanno fare: si fonde con il suo personaggio, ne assume lo sguardo e le emozioni e ci porta con lui nel momento più terribile della Storia, facendoci vivere una vicenda umana e sportiva, tragica e bellissima. Il 17 aprile, poi, sarà la volta di Bruno Arcari – L’ultimo guerriero di Pier Cristiano Torre. Nato ad Atina e trasferitosi a Genova giovanissimo, Bruno Arcari incarnerà la vittoria nella categoria dei Welter Jr per dodici anni, offrendo all’uomo comune una seconda vita basata sul principio dello sport. Carismatico, taciturno, modello di professionismo, la figura di Arcari sconfina dall’ambito puramente sportivo tanto che anche Pasolini ne proporrà la sua concretezza di vita come un valore simbolico alternativo al vuoto delle convenzioni contemporanee. Il 10 maggio, infine, completerà il cartellone degli eventi la presentazione dei racconti vincitori del concorso letterario Fuori i secondi. Il contest letterario vedrà come premio la pubblicazione dei quattro testi selezionati su un inserto speciale del menù del ristorante Kowalski, oltre alla presenza sulle pagine di Pagina2cento.it. Tema del concorso, ovviamente, sarà la boxe, sport letterario per eccellenza. Ai racconti si chiederà di raccontare il ring come lo spazio scenico in cui l’essere umano si batte; quel luogo delimitato in cui la violenza evolve fino a farsi rappresentazione della fatica, dell’allenamento e della forza fisica applicata all’indagine di sé e dell’altra/o.

FUORI CARTELLONE, invece, l’8 marzo ci sarà la presentazione di Muhammad Ali. Un uomo decisivo per uomini decisivi di Federico Buffa e Elena Catozzi (quest’ultima sarà presente alla serata). Questo libro scritto a quattro mani regala non solo la cronaca sportiva di un campione irripetibile, ma ne tratteggia anche la straordinaria umanità, tessendone un ritratto ora commovente ora spassoso che racconta l’anima di farfalla propria di Ali, la cui portata si stacca dalla storia dello sport per imprimersi nel cuore del Novecento.


CALENDARIO INCONTRI

21 febbraio 2018, Kowalski (via dei Giustiniani 3 – Genova), ore 20.00
Presentazione di Boxe populaire di Fabio Pennetta (Edizioni Agenzia X). Partecipa l’autore.

«Non devi avere paura. Vedrai che risolverete tutto.»
«Come fai a esserne sicuro?»
«Perché siete pugili e compagni.»

Milano. Un giornalista scapestrato e precario viene informato di un omicidio avvenuto in una palestra popolare del quartiere Ticinese. Il Callo, ex ribelle ai tempi dell’università e ormai disilluso, intravede la possibilità di realizzare uno scoop sensazionale criminalizzando i pugili militanti, ma una serie di vicissitudini durante tre giornate al cardiopalma scombineranno molte delle sue convinzioni. Tra allenamenti in strada, case occupate e donne agguerrite che indossano guantoni, il Callo proverà a schivare ganci e montanti per fare luce in questa sua prima indagine. Boxe populaire è un doppio libro che mette insieme un noir e una dettagliata mappa narrativa di alcune palestre popolari italiane e straniere. Negli ultimi anni questo movimento ha invaso le città e restituito al territorio il concetto di sport come diritto al benessere psicofisico, a disposizione di chiunque. Attività autogestite che nascono in spazi recuperati in cui la disciplina sportiva è concepita come strumento di crescita personale e collettiva. Il ripudio delle discriminazioni sociali, razziali e di genere diventa quindi il motore per la promozione del rispetto di se stessi e degli altri.

20 marzo 2018, Kowalski (via dei Giustiniani 3 – Genova), ore 20.00
Presentazione de Alla fine di ogni cosa. Romanzo di uno zingaro di Mauro Garofalo (Edizioni Frassinelli). Partecipa l’autore.

“La prima volta che ho sentito il nome di Johann Rukeli Trollmann avevo appena finito di allenarmi al sacco. Con le mani ancora fasciate e i guantoni, appresi la vicenda del pugile a cui il Nazismo aveva tolto il titolo di campione perché “zingaro”. Per tutta risposta, la volta dopo Trollmann era salito sul ring con il corpo cosparso di farina, i capelli tinti di giallo, si era lasciato battere. Quell’uomo aveva messo in scena la sconfitta dello stesso fanatismo ariano che ora lo crocifiggeva; aveva avuto il coraggio di guardare dritto in faccia il grande male del Novecento. Mi resi conto che quella non era una storia qualsiasi, era una sfida. E dovevo seguirla.” Mauro Garofalo racconta la storia del campione tedesco di pugilato degli anni Trenta Johann Trollman, detto Rukeli, come solo i grandi romanzieri sanno fare: si fonde con il suo personaggio, ne assume lo sguardo e le emozioni e ci porta con lui nel momento più terribile della Storia, facendoci vivere una vicenda umana e sportiva, tragica e bellissima.

17 aprile 2018, Kowalski (via dei Giustiniani 3 – Genova), ore 20.00
Presentazione di Bruno Arcari – L’ultimo guerriero di Pier Cristiano Torre (Edizioni Liberodiscrivere).
Relatore: Paolo Rizzo

Premio 2008 Città di Chiavari

“Arcari – come scrive Rino Tommasi nella prefazione – è stato il miglior pugile italiano di ogni epoca”. Come Marciano, Tunney e Monzon si è ritirato imbattuto e con la cintura di campione del mondo ai fianchi.
Il libro ne racconta la storia. Storia in cui si identifica una città come Genova e un Paese come l’Italia alla ricerca di nuove occasioni. Nato ad Atina il 1/1/1942 trasferitosi a Genova, giovanissimo, carismatico, taciturno, modello di professionismo per dodici anni Bruno Arcari incarnerà la vittoria nella categoria dei Welter Jr. offrendo all’uomo comune una seconda vita basata sul principio dello sport.
Diventato campione d’Italia il 7 dicembre 1966 a Genova, campione d’Europa il 7 maggio 1968 a Vienna e campione del Mondo il 31 gennaio 1970 a Roma, ha fatto tre incontri in difesa del titolo italiano, quattro per il titolo europeo, nove per quello mondiale guadagnandosi la Century’s Champ cintura assegnata a chi ha detenuto il titolo mondiale per più di quattro anni consecutivi. Nell’intera storia della boxe solo quattro uomini l’hanno ricevuta. Napoles, Monzon, Alì e…Arcari. È stato certamente una grande vedette. Ha tenuto in mano il cuore degli sportivi italiani ed ha fatto di Genova la capitale mondiale dello sport. Due le imprese che lo hanno esaltato. Il match contro Orsolics a Vienna e il secondo con Henrique al Palazzo dello Sport di Genova. Un momento irripetibile questo che vedrà ventinove Paesi collegati e terrà davanti alla televisione l’87% degli italiani, un record che polverizzava quello precedente con il 70% di audience detenuto da Italia-Germania di Messico ’70. Ma l’importanza di Bruno Arcari sconfina dall’ambito puramente sportivo; infatti segna la nascita di uno stile in cui la gloria pesa come un fardello. Questa inclinazione ad affermare la propria personalità rimanendo in silenzio di fronte alle tentazioni della celebrità immediata, trovò attenzione in diversi ambienti della cultura italiana. Scrittori e intellettuali, fra questi Pasolini, proporranno la sua concretezza di vita come un valore simbolico alternativo al vuoto delle convenzioni contemporanee. Anche gli artisti italiani scoprono in Arcari un sostegno espressivo. Lo scultore varesino Luigi Castiglioni, lo trasformerà in un elemento dimostrativo dedicandogli una delle sue opere migliori: “Il Busto”. Per quanto diventato famoso e invincibile Arcari sapeva che il peggior nemico per un uomo è il dubbio. Per questo non riuscendo più a rientrare nei limiti di peso della categoria dei Welter Jr. la sera del 2 settembre 1974 si era deciso a rendere vacante il titolo mondiale. Sceso dal ring affronta la vita di tutti i giorni con l’identico senso di responsabilità con il quale affrontava gli avversari. Entra a far parte del Consiglio Federale della Federazione Pugilistica e affronta due nuovi problemi: il recupero ai percorsi educativi degli studenti a rischio di abbandono e dell’assistenza all’infanzia.
In quanto a sé medesimo Arcari così si descrive: Io sono Bruno. Voglio essere Bruno. Non il campione.

10 maggio 2018, Kowalski (via dei Giustiniani 3 – Genova), ore 20.00
Presentazione dei racconti vincitori del concorso letterario Fuori i secondi

– Dopo Il calcio in piazza, protagonista del secondo concorso di racconti indetto da Palo.Incrocio.Traversa! sarà la Boxe, sport di resistenza e resistenze che da sempre evoca un immaginario epico capace di donare alla letteratura mondiale pagine e pagine scritte da alcuni dei migliori autori degli ultimi due secoli. Raccontate il ring inteso come lo spazio scenico in cui l’essere umano si batte; quel luogo delimitato in cui la violenza evolve fino a farsi rappresentazione della fatica, dell’allenamento e della forza fisica applicata all’indagine di sé e dell’altro/a. Raccontate l’idea di boxe quale sport equo che porta l’atleta a riconoscere i propri limiti e che sprona l’individuo a superarli, nobile e popolare allo stesso tempo, di strada e palestra, che insegna a seguire un codice etico fatto di regole che si riflettono anche nella vita quotidiana, metafora di vita che ispira crescita, parità, confronto e uguaglianza. Raccontate aneddoti e storie che possano rappresentare il mondo del pugilato quale metafora del quotidiano, in quanto lotta per la sopravvivenza ma anche spinta per emergere e affermarsi.

– SPECIFICHE – 2450 parole (17.000 caratteri spazi inclusi). Il font da utilizzare è il Calibri di dimensione 11.

– INVIO – I tipi di file ammessi per il file del testo sono: odt, doc, rtf (non si accettano testi in formato pdf o docx). Il file deve essere nominato: “cognome dell’autore – titolo”. La casella mail a cui inviare l’elaborato è: paloincrociotraversa@gmail.com

– SCADENZA: i lavori devono essere recapitati secondo le modalità indicate dagli organizzatori entro e non oltre il 29 aprile 2018

– GIURIA
Collettivo Blič Vor

– PREMI: Per i tre racconti vincitori del concorso avverrà la pubblicazione su un inserto del menù del Kowalski, pensato per essere distribuito anche nei locali del circuito Birralonga e Vinicoli, oltre alla pubblicazione del testo sul sito di Pagina2cento.it. Verrà anche consegnati i seguenti premi: 1) buono per una cena per due da consumarsi nel locale di via dei Giustiniani 2) buono libri da consumare presso falsoDemetrio Libreria 3) cadeau dall’Antica Drogheria Torielli.


FUORI CARTELLONE

8 marzo 2018, Kowalski (via dei Giustiniani 3 – Genova), ore 20.00
Presentazione di Muhammad Ali. Un uomo decisivo per uomini decisivi di Federico Buffa e Elena Catozzi.
(Rizzoli). Partecipa Elena Catozzi.

«Quando combatto sono in uno stato semi-onirico. Ti colpiscono così duro che non sai dove sei. Vedi tutte quelle luci e la testa naviga e sentirti di pensare e allora ti viene da abbassare le mani. Alle volte ti sembra che gli alligatori suonino il sax e i serpenti la batteria e non sai cosa sia successo. Resti nel tuo mezzo sogno. Ma io non le abbasso, le mani. Non so perché. Nessuno lo sa. Ecco perché sono il più grande» – Muhammad Alì

Il ladro che nel 1954 rubò a un ragazzino nero di dieci anni la sua bicicletta alla fiera per afroamericani di Louisville non poteva sapere che proprio grazie al suo gesto vile sarebbe cominciato l’epos del più grande pugile di tutti i tempi. Perché quel ragazzino si chiamava Cassius Clay ed è per vendicare quel furto che si avvicinò alla boxe. Nell’arco di oltre ventisei anni Cassius Clay, che mutò scandalosamente il proprio nome in Muhammad Ali nel 1964, dopo la conversione all’Islam, combatterà, allenamenti compresi, in oltre quindicimila round a tutte le latitudini: dal Rumble in the Jungle contro George Foreman a Kinshasa al terzo, drammatico atto contro Joe Frazier a Manila. Ali avrà gli occhi da artista sfrontato di suo padre, ma vedrà il mondo con la dolcezza e la generosità di quelli di sua madre. Si rifiuterà sino all’ultimo giorno di avere paura delle conseguenze delle sue azioni, insegnando a generazioni di afroamericani l’orgoglio di esserlo. Sarà il primo atleta a parlare di diritti dell’uomo e non avrà mai timore di farlo, neppure quando per affermare il proprio rifiuto alla guerra in Vietnam dovrà combattere contro il governo americano e sfiorare il carcere. Uscirà di scena, quando arriverà il momento, come nessuno era uscito mai: accettando di farsi vedere nello stato in cui era ridotto dal Parkinson, in quella notte di Atlanta del 1996, ci ha costretto a meditare sulla caducità delle nostre esistenze. Tutto questo, e molto altro, è e rimarrà Muhammad Ali. In questo libro scritto a quattro mani con Elena Catozzi e impreziosito da tantissimi aneddoti inediti, da una prefazione di Federico Ferri e da un’ideale playlist della vita di Ali a cura di Massimo Oldani, Federico Buffa ci regala non solo la cronaca sportiva di un campione irripetibile: ne tratteggia la straordinaria umanità, ne tesse un ritratto ora commovente ora spassoso e racconta con il suo stile inconfondibile l’anima di farfalla propria di Ali, la cui portata si stacca dalla storia dello sport per imprimersi nel cuore del Novecento.

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Pagina2Cento.it è un blog che parla di sport. O meglio: questo vorrebbe fare da grande. Proviamo a farlo con passione, leggerezza e un pizzico di romanticismo (facciamo anche una bella manciata). Volendo fare i sostenuti, alla maniera delle Chanson de geste: racconto epico di gesta eroiche. Belin, me lo ricordo ancora “Chanson De Geste” c’aveva un rovescio che lascia stare! Insomma avete capito no? Vogliam fare quella roba lì: sport come se fossimo al pub, con una birra in mano e tanti racconti.
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