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Football City Guides: guide di calcio e viaggio

Alzi la mano chi, visitando una città europea, non è mai andato alla ricerca di uno stadio o dei luoghi calcisticamente rilevanti di quella metropoli? Beh, io l’ho fatto. E più di una volta. Anzi, di ritorno da Budapest in borsa avevo per mio padre la sciarpa dell’Honved, in omaggio al grande Ferenc Puskas. Insomma, diciamo la verità: chiunque segua il fùtbol, volente o nolente, almeno una volta nella vita ha fatto turismo calcistico.

«E’ proprio questa l’idea che sta alla base di FOOTBALL CITY GUIDES – spiega Alberto Facchinetti, curatore e autore dell’omonima collana – porre l’accento sul turismo tematico: un’idea di viaggio che sempre più sta prendendo piede e contemporaneamente strizzare l’occhio alle cose di calcio». Quella edita da Edizioni Incontropiede è un utile strumento per  visitare importanti città europee attraverso luoghi e momenti calcisticamente rilevanti. I volumetti sono fitti di racconti, storie, personaggi, aneddoti, ma anche delle vere e proprie guide piene di consigli, indirizzi utili, itinerari calcistici slegati o collegati a quelli più tradizionali.

Il primi volumi della collana sono stati quelli su Zagabria e Lisbona.
«Se si va nella capitale croata – prosegue Facchinetti – uno dei punti più importanti da visitare, anche se si fa turismo tradizionale, è il cimitero Mirogoj: oltre ad essere un sito di interesse architettonico-culturale è anche un luogo in cui tutte le fedi religiose hanno trovato spazio. Senza contare che qui riposano molti ex-calciatori e anche due leggende del basket come Kresimir Cosic e Drazen Petrovic».
Anche Lisbona è ricca di racconti e aneddoti, soprattutto legati ad un personaggio che ha indissolubilmente legato la propria vita a quella della capitale lusitana: «girando per il quartiere di Sao Domingos de Benfica – racconta Facchinetti – può capitare di entrare nel ristorante Sete Mares in Avenida Columbano Bordalo Pinheiro. E’ un locale piuttosto grande, ma è quasi sempre pieno. Tranne un tavolo, che è sempre vuoto e che non si può prenotare mai. Quello di Eusebio».

L’ultimo volume uscito, in attesa della guida mondiale su Mosca, è quello su Napoli, l’unica su una metropoli italiana: «la città partenopea è probabilmente quella in cui si respira maggiormente l’aria di calcio. Si vive il pallone con la stessa passione del Sud-America, la metà dei gadgets in giro per la città è a tema calcistico. E poi c’è Maradona. Da ogni parte».

 

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Chi sono? cosa faccio? dove vado? A tutte queste domande rispondo con un bel silenzio. Diciamo che lo psicodramma è il mio terreno preferito, altrimenti che genoano sarei?! Mi piacciono i piani ben riusciti ed è per questo che opero sempre in direzione contraria. Insomma ho una predilezione per gli sconfitti, i secondi e quelli che si sbattono. Per farla breve, per i gregari. Ahimè sono un romantico e quando vinco mi sento a disagio. Per questo sono sempre all’opposizione. Ci sono 4 cose che mi mandano in visibilio: la frazione a farfalla di Pankratov, l’eleganza di uno stop di petto, il culo di Franziska van Almsick e i tackle di Paul Ince. Per il resto bevo birra.

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