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Cicloriparo, la bici è cultura

Nell’Italia dei grandi campioni di ciclismo, la produzione e manutenzione di biciclette è anche un fiore all’occhiello della manifattura made in Italy. Sì, la passione per la bicicletta fa bene all’economia della penisola: le imprese che producono, riparano e noleggiano bici sono 3.066, danno lavoro a 7.940 addetti e nel 2015 sono aumentate dell’1,5%. Un piccolo ma agguerrito esercito di aziende in cui dominano gli artigiani con 2.133 imprese e 4.064 addetti. E anche le esportazioni, nel 2014, hanno segnato una crescita dell’1,4% rispetto all’anno precedente. Questi i dati, pubblicati a settembre 2015 da Confartigianato.

E’ però un dato di fatto: la bicicletta piace. Non soltanto per sport e tempo libero, ma anche come mezzo di trasporto. Dal 2011 al 2014 la quota di italiani che ha scelto la bicicletta per andare al lavoro è aumentata dell’1,1%, un incremento che supera quelli di tutti gli altri mezzi di trasporto. I più sportivi sono i lavoratori altoatesini, seguono l’Emilia Romagna, la Lombardia e il Veneto. E persino a Genova, città senza ancora una vera e propria pista ciclabile, ma in cima alle classifiche per il maggior numero di motocicli per 1000 abitanti, qualcosa sta cambiando.

In città la sensibilizzazione all’utilizzo della bicicletta passa per esperienze come quella del CicloRiparo. Non un negozio, ma una ciclofficina. La prima sotto la Lanterna. Un progetto culturale nato ad aprile 2012, autofinanziato e realizzato da volontari che in comune hanno l’amore per la bici, il suo utilizzo in città e una passione che porta a condividere i ricambi con la cittadinanza intera. Al n 65 di via del Molo si impara a riparare la propria bicicletta e a risolvere i guai più leggeri, come gomme a terra, cavetti dei freni o cambio; si entra in contatto con altri ciclisti e a vivere la metropoli lontano dal traffico. E poi ci sono i ciclomastri, a disposizione per risolvere i problemi tecnici più difficili e pronti anche a restauri e revisioni.

Tramite una migliore conoscenza del mezzo e delle piccole riparazioni meccaniche, lo scopo è quello di favorire la promozione dell’uso della bicicletta. E per questo motivo il Cicloriparo è affiliato al circolo genovese della Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta), che promuove la ciclabilità e una società basata su un equilibrato rapporto uomo-natura. Meccanica, ma non solo. Al Cicloriparo, si fa anche cultura della bicicletta, si scambiano pareri, si organizzano laboratori, corsi di prime pedalate e avviamento al traffico. Insomma, si fanno azioni concrete per incentivare l’uso del mezzo. E con aste periodiche si recuperano anche bici in disuso o abbandonate, con la doppia valenza di sottrarre rifiuti e incentivare la mobilità sostenibile (tra queste anche una Legnano destinata al mercato cinese).

La ciclofficina attualmente è all’interno di Palazzo Verde, nel cuore del Porto Antico di Genova. E per chi ancora se lo stesse chiedendo, la risposta è sì. E’ gratuita.

 

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Chi sono? cosa faccio? dove vado? A tutte queste domande rispondo con un bel silenzio. Diciamo che lo psicodramma è il mio terreno preferito, altrimenti che genoano sarei?! Mi piacciono i piani ben riusciti ed è per questo che opero sempre in direzione contraria. Insomma ho una predilezione per gli sconfitti, i secondi e quelli che si sbattono. Per farla breve, per i gregari. Ahimè sono un romantico e quando vinco mi sento a disagio. Per questo sono sempre all’opposizione. Ci sono 4 cose che mi mandano in visibilio: la frazione a farfalla di Pankratov, l’eleganza di uno stop di petto, il culo di Franziska van Almsick e i tackle di Paul Ince. Per il resto bevo birra.

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