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Alexandre Campos Ramírez, il Biliardino, la Storia

Forrest Gump.

È un gran bel film, o almeno questa resta la mia personalissima opinione, non tanto per la forza o l’empatia che il personaggio scatena – io lo guardai sui gradini di un Cinema Universale, oggi Feltrinelli Store di Genova, esaurito in ogni ordine di posto – o grazie a una delle migliori colonne sonore della storia del cinema, ma soprattutto per la capacità dimostrata da Robert Zemeckis nel saper raccontare uno dei periodi storici più densi della storia contemporanea americana con estrema chiarezza. Forrest è testimone, ma più spesso attore protagonista, di quel viaggio che gli States hanno fatto dall’immediato dopo guerra fino alla fine degli anni 80, un lungo processo di trasformazione, passato dalla segregazione razziale alla guerra in Viet-Nam passando per Nixon e che ha consegnato alla nostra generazione contraddizioni ed icone: dalla spilletta con lo Smile alla Apple con cui viviamo il nostro presente.

spataroRaccontare la Storia di un paese attraverso gli occhi di un personaggio presente a quel momento, è quanto ha fatto Alessio Spataro con il suo Biliardino, il volume a fumetti edito dalla Bao Pubblishing (294 pp – 21 eur). Un volume sontuoso, epico, romantico, costruito attorno ad una figura controversa, quella di Alexandre Campos Ramírez, noto anche come Alejandro Finisterre, probabilmente l’inventore del Biliardino. Mano a mano che scorrono le pagine scorrono gli anni più neri – e per tanti versi più epici e romantici – della Spagna Franchista, dell’Europa della Seconda Guerra Mondiale e le vite delle donne e delle uomini che vissero, scelsero, e morirono, prendono forma nelle tavole di Spataro. Tratto pulito eppure intenso con il rosso e il blu, i colori del calcio balilla, a contrapporsi in un partita senza fine nel quale dramma, storia e leggenda si rincorrono continuamente.

Bastano poche tavole per immergersi in una Storia capace di catturarti come un calcio balilla in un bar, in un oratorio, ai bordi di una spiaggia. Lo guardi, ti avvicini e giochi con i pomelli, aspetti qualcuno che abbia idea simile ma colore opposto per imbastire una sfida fatta di riflessi e immaginazione perché, come ci ha insegnato Benni nella sua Compagnia dei Celestini, il calcio immaginato è spesso più epico di quello giocato o visto.

«L’idea di realizzare il Biliardino – racconta Alessio raggiunto per un’intervista – è nata semplicemente nel febbraio del 2007, leggendo la notizia della morte di Campos Ramirez riportata sui siti d’informazione italiani. Ho saputo della vita avventurosa di Alejandro Finisterre già in quegli articoli e solo dopo qualche anno, indagando e documentandomi su dettagli poco noti della sua storia, è stato naturale cedere alla tentazione di descrivere in modo leggero, e per me coinvolgente, lui e tutte le figure del secolo scorso che in un modo o in un altro ha incrociato nella sua vita».

Finisterre, proprio come un Forrest Gump europeo, incrocia ed incontra uomini e donne di cui si cantano le gesta, o versi ancora oggi, da Neruda ad Allende passando per Che Guevara: le pagine della sfida a Biliardino tra Alejandro, il Che e la sua compagna, ad esempio, sono probabilmente le più divertenti del volume. Poche pagine sono sufficienti. I personaggi che escono dalle tavole son talmente delineati che sembra basti allungare una mano per sfiorarli. Impossibile non desiderare di incontrarne almeno uno: «tra i personaggi descritti mi avrebbe fatto piacere conoscere più o meno chiunque, per motivi diversi – confessa Alessio – ma credo che il rammarico maggiore sia non aver potuto mai discutere proprio con Finisterre», scrittore, inventore, rivoluzionario, sognatore. Difficile immaginare un compagno di bevute migliore.

La sua biografia a fumetti, pare non lasciare molti dubbi sulla paternità della sua invenzione. Brevetto di cui lui stesso ne ha difeso i diritti fino all’ultimo. «In realtà – racconta Alessio – è certo proprio l’opposto: gli inventori del biliardino sono stati tanti. Tra gli anni ’20 e ’40 del secolo scorso infatti c’è stata una produzione enorme di brevetti di biliardini tutti simili tra loro, diversi solo per pochi dettagli».
Il calcio nei primi anni del 900 stava diventando un fenomeno di massa, capace di attirare passioni e fantasie, e così anche la sua declinazione da tavolo iniziò a destare  sempre più interesse: proprio all’inizio del libro, specifico che l’evoluzione del gioco non percorre un’unica direzione, ma si ramifica dando vita a giochi diversi (dal il flipper al subbuteo). È praticamente impossibile stabilire una data o un luogo d’origine, così come un singolo inventore», anche se è indubbio che il nome di Ramirez-Finisterre sia legato a doppio mandato al Biliardino.

Fin dalle prime tavole è evidente il grande lavoro di ricerca tra storia, racconti e leggende legate a Finisterre. Il volume è stato talmente tanto parte della vita del suo autore che Alessio stesso si ritaglia uno spazio proprio all’interno. Come lettori, lo incontriamo all’inizio a alla fine del racconto, in due momenti lontani nel tempo, ma nei quali la passione per il disegno e quella per il biliardino sono ugualmente presenti, come a voler racchiudere, proteggere, apporre il sigillo su una storia costata tanto e che tanto gli ha dato: «ho impiegato circa cinque anni per realizzare Biliardino: due e mezzo per documentarmi, qualche mese per la sceneggiatura e poco più di due anni per disegnarla. Ho finito solo l’estate scorsa ed è stata un’esperienza sia faticosa che appagante. Sono pienamente soddisfatto del lavoro svolto e dell’ottima resa di stampa, frutto dell’esperienza dei grafici Bao e del tipografo. È da una vita che aspettavo questo momento, davvero. Biliardino è il mio primo libro a fumetti come autore unico e non vedevo l’ora di scegliere il tema e il momento adatto per realizzarlo da quando ho cominciato a lavorare come disegnatore dal ’99».

In origine Alessio era soprattutto autore di vignette satiriche, tra le vittime l’allora Ministro Giorgia Meloni, ma anche Matteo Salvini, Grillo e tanti altri protagonisti della politica di oggi.

«In Biliardino la mia esperienza di autore satirico è presente in modo evidente e duplice. Credo sia chiaro il desiderio forte che avevo di interrompere con quel settore, ma soprattutto si è trattato per me di esperienze comunque utilissime che mi sono servite a dosare meglio le descrizioni caricaturali, le riduzioni grottesche con cui mi sono divertito a descrivere noti personaggi del secolo scorso». Immagini caricaturali – il Sartre di Alessio è da applausi per dialoghi, inquadrature e vignetta che chiude lo spazio dedicato al celebre filosofo francese – e persino grottesche come quella di Franco mostrato in una distorsione alla Picasso, in modo che fosse chiaro il suo legame e responsabilità con la Guernica, sono al servizio della storia come l’uso metaforico del Biliardino.

Il rosso ed il blu diventano infatti metafora di schieramenti definiti ed individuabili al punto da rendere semplice per il lettore schierarsi, empatizzare con un colore e diffidare dell’altro. Operazione decisamente più difficile oggi, come ammette lo stesso Spataro quando dice che «oggi ci sono tantissime squadre che giocano a chi finge meglio di contrapporsi al sistema economico vigente o di regolarlo e migliorarlo. Fingono di avere divisioni nette, ma sono poche le voci di gruppi politici e sociali che si distinguono e che si mantengono davvero intransigenti su temi, posizioni civili e difesa di diritti. La maggior parte dei giocatori invece indossa maglie tra loro molto differenti, ma quasi tutte accomunate da varie sfumature di marrone».

La sua passione per Finisterre racconta anche la voglia di tornare a figure romantiche, anche quando si parla di quotidiano, ed per questo che quando dal biliardino si passa al calcio vero non ha alcun dubbio: «da non appassionato di calcio potrei raccontare solo l’unica partita che io abbia mai visto in vita mia per pura curiosità: il famoso Roma – Catania 7 a 0 all’Olimpico del 2006. Con i numerosissimi tifosi rossazzurri che si conquistano subito mezza curva nord e dominano l’acustica dal primo all’ultimo minuto nonostante la valanga di reti subite. Una storia romantica insomma». E che è poi l’essenza stessa del calcio, la forza che spinge milioni di appassionati ai pellegrinaggi domenicali spinti dalla volontà di essere spettatori e cantori dell’epica del pallone.

Dopo un lavoro intenso come il Biliardino, inevitabile chiedersi quale sia la sua prossima tappa artistica e se nel suo giro per l’Italia avrà modo di passare per Genova: «per adesso non saprei dire con certezza qualcosa del mio prossimo lavoro – racconta – al momento mi sto concentrando sulla promozione di Biliardino in giro per l’Italia e spero di poter presentare presto anche a Genova, anche perché il mio fumetto ben s’intona coi colori delle due squadre cittadine».

Chissà che la sua ricerca di epica, passione e romanticismo non lo portino a vedere da vicino il derby più intenso che ci sia.

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Francesco Cascione

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